Marcel Coen chez lui à Montjustin.

Cheveux noirs, torse nu aux cotés de son ami le peintre, et encadrés ici des tutélaires parents Fiorio.

   Au sein du peloton de photographes – et non des moindres, Henri Cartier-Bresson en tête – qui fréquentèrent Montjustin au vingtième siècle, il en est un – le moins connu d'entre eux, car le plus humble par nature, je crois – qui s'y trouva pourtant... Lire la suite

Photographie Arts Peinture

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La transhumance de Marcel Coen
Portrait du facteur-poète Jules Mougin par Marcel Coen.
Lucien Jacques, une lettre d'Antibes.
Montjustin à la belle époque
Un brin de la vie à Montjustin
Marcel Coen : une photo.
Marcel Coen à Montjustin.
Portrait par Marcel Coen. 
Marcel Coen.
Marcel Coen. Une photo-souvenir.  
Jules Mougin, Jeanne et Serge. 
Bienvenue !
À la mémoire du petit Antonio. 
Une photo de famille.

TRADUZIONE A CURA DI AGOSTINO FORTE :

Montjustin, la casa di Marcel Coen.

   Nel novero del drappello di fotografi di un certo rilievo, Henri Cartier-Bresson in testa, che frequentarono Montjustin nel secolo scorso, ce n’è uno - tra costoro il meno conosciuto, a causa credo di una sua riservatezza - che vi si trovò subito particolarmente a suo agio. Per quanto fosse residente a Marsiglia, costretto per buona parte dal suo lavoro “industriale”, per conto di grandi ditte come la Shell, Marcel fu montjustiniano a pieno titolo, per spirito e per cuore, riconosciuto come tale dagli abitanti del paese. Ecco, brevissimamente, questi fu Marcel Coen, nato a Pau nel 1918 e scomparso a Marsiglia nel 2008.

L’abituale bonomia sposata a una ironica sensibilità, la sua generosità, la sua arguzia, furono le chiavi che gli permisero di aprire molto presto delle porte. Come accadde nei primissimi anni dell’insediamento della entusiasta e entusiasmante tribù Fiorio nella vecchia canonica diroccata, sita nella parte superiore del villaggio, sotto il vecchio campanile all’italiana, dove Marcel, allora trentenne, in un giorno d’estate del primo dopoguerra, trovandosi a percorrere esplorativamente l’alta Provenza, ebbe la provvidenziale curiosità di fare la loro conoscenza; senza bisogno di bussare alla loro porta ma semplicemente conversando familiarmente da sopra un muretto adiacente l’abitazione, l’Hotel des Courents d’Air, l’Albergo delle correnti d’aria, a designare la natura di quell’abitazione di fortuna.

Nata in maniera tanto spontanea, l’amicizia continuò per oltre mezzo secolo.

Marcel, con occhiali scuri, accanto a Serge, nella cornice tutelare di mamma e papà Fiorio.

A Montjustin, luogo sopraelevato, devastato dalla guerra del 1914 e dall’esodo rurale che ne seguì, Marcel fu di volta in volta testimone e attore di quella eroica epopea collettiva che, in virtù del coraggio - le ristrettezze finanziarie erano perdurate per un buon numero di anni -, a forza di canzoni - in specialmodo piemontesi -, dandoci dentro col lavoro e la perseveranza, a furia di olii e acquerelli, trovò sbocco in una vera e propria rinascita economica e in una nuova convivialità sociale e spirituale.

Fu Lucien Jacques (1891-1961) ad arrivare per primo a Montjustin, il 17 gennaio del 1945, scendendo solingo dal Contadour dove, avendovi mantenuto dei contatti, prediligeva occuparsi di scrittura e pittura, svolgendo occasionalmente un’occupazione da pastore avventizio. È sulla sua scia quindi, e in parte col suo appoggio, che nella primavera del 1947 fu la volta dei Fiorio di gettare l’ancora e sbarcare nel villaggio, dopo che Serge vi era giunto in avanscoperta il 12 maggio del 1946, giornata a diverso titolo memorabile, dove, tra le altre cose, lascerà scritto in una lettera: “Il cielo era di cristallo e le ciliege belle mature”.

Da quel momento si intensificarono in modo spedito le attività agricole e quelle artistiche mentre al volgere di un decennio, fatto di una vita spartana ma incantata, Lucien deciderà improvvisamente di togliere le tende e andarsi a installare non lontano da lì, al vecchio mulino di Gréoux.

Designato fin dall’inizio dal suo mestiere, Marcel continuerà ad essere, via via, l’ideale reporter di quel incredibile microcosmo che fu Montjustin, rigoglioso microcosmo che si concedeva al suo obiettivo: i lavori, le indimenticabili giornate di fiesta, arborescenze di diversa e variegata vitalità, la vita delle persone, delle bestie, i paesaggi, i ritratti, gli insetti, i fiori campestri ... Marcel era sempre lì, presente a tutto ciò, tanto più attento e sensibile in quanto perfettamente integrato, addirittura coinvolto.

Inizialmente acquisito nel 1995, sotto l’egida di Benoît Coutancier, dei musei di Marsiglia, dal 2000 il fondo Coen, fornito di un’abbondante documentazione, è passato alle dipendenze degli “Archivi” di questa stessa città; niente di più ovvio allora che questi ultimi dovrebbero adesso relazionarsi coi “Rencontres de Arles” ma anche con le “Nuits photographiques de Pierrevert”, facendo così prosperare pubblicamente il fondo stesso passandosene il testimone.

Al tempo stesso, ad accompagnamento di tali possibili manifestazioni future, non vi sembrerebbe altrettanto auspicabile - verso quello che fu, e resta, uno dei migliori fotografi francesi del ventesimo secolo - che quanto prima gli venga consacrata une seria opera monografica?

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Nota :

Nel 1951, al seguito di una delle ultime transumanze, il fotografo Marcel Coen realizza un eccezionale servizio fotografico che il lettore potrà in parte trovare nel seguente sito bilingue (italiano e francese): http://www.larouto.eu/it/far-la-routo/dalla-provenza-al-piemonte/vecchie-foto-della-transumanza/