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Serge Fiorio - 1911-2011.
Serge Fiorio - 1911-2011.
  • Actualités de l'œuvre et biographie du peintre Serge Fiorio par André Lombard et quelques autres rédactrices ou rédacteurs, amis de l'artiste ou passionnés de l'œuvre. Le tout pimenté de tribunes libres ou de billets d'humeur.
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Serge Fiorio - 1911-2011.
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21 avril 2015

Texte de Bernard Clavel

Je ne sais pas exactement à quelle date Bernard Clavel a envoyé cette lettre à Serge. En tout cas, son texte figure pour la première fois imprimé, en pleine page, sur le carton d'invitation de la Galerie 65 à Cannes pour l'exposition Fiorio qui eut lieu du 16 au 30 juillet 1969. Bernard Clavel a obtenu le Prix Goncourt l'année d'avant avec son roman Les fruits de l'hiver.   

À ce propos, j'ai trouvé dans l'actualité de l'époque sur  http://www.live2times.com/ :

Comme vous avez pu le suivre ces derniers temps dans la presse, la polémique enflait entre Louis Aragon et Hervé Bazin à propos de l’attribution du prix Goncourt opposant François Nourissier à Bernard Clavel. Et c’est finalement ce dernier qui vient de remporter le prix au 2ème tour avec 5 voix contre 5 mais bénéficiant de la voix du Président qui compte double. Scandalisé et prétextant une campagne médiatique révoltante, Louis Aragon vient de démissionner de la prestigieuse académie dans laquelle il était entré il y a un an. Certaines rumeurs disent que c’est par l’entremise de Roland Dorgelès que Clavel a obtenu la voix décisive de Jean Giono. 

Bernard Clavel, écrivain prolixe, se dit « extérieur » à la polémique, se pensant lui-même évincé de la compétition puisque déjà récompensé cette année par le Grand Prix de la Ville de Paris pour l’ensemble de son œuvre. 

Les fruits de l’hiver paru cette année chez Robert Laffont est le quatrième et dernier tome du cycle La Grande patience déjà composée de La Maison des autres (1962), Celui qui voulait voir la mer (1963) et Le Cœur des vivants (1964).

Destiné à être plié en trois, le carton d'invitation porte le détail agrandi d'un Fiorio qui ne semble pas être de la meilleure veine, tout au moins pour ce qui est des couleurs ; ou alors c'est peut-être la reproduction qui en est très mauvaise. Reproduit à l'intérieur, sur le verso, le texte de Clavel est très fort, lui, heureusement. Et, comme on peut le lire en toutes lettres dans le texte lui-même, nous le devons à notre regretté Jules Mougin, le facteur-poète ami commun au peintre et à l'écrivain. Donc, ici, salut à toi aussi Jules d'avoir fait, entre eux, le trait d'union !

Carton invitation Cannes 1969

Texte Bernard Clavel 1

Texte Bernard Clavel 2

Texte Bernard Clavel 3Une page de Jules, présentée par Gérard Allibert.

 TRADUCTION d'Agostino :

Testo di Bernard Clavel

Non so esattamente in quale data Bernard Clavel abbia spedito questa lettera a Serge, ad ogni modo il testo figura stampato per la prima volta, a tutta pagina, sul cartoncino d’invito della Galerie 65 a Cannes in occasione dell’esposizione Fiorio che ebbe luogo dal 16 al 30 luglio 1969. L’anno precedente Bernard Clavel aveva ottenuto il Prix Goncourt  per il suo romanzo Les fruits de l'hiver.

Al proposito su http://www.live2times.com/ ho potuto trovare una rievocazione del periodo:

Come avete avuto modo di seguire ultimamente attraverso la stampa, la polemica tra Louis Aragon e Hervé Bazin si era gonfiata riguardo l’attribuzione del premio Goncourt che vedeva opporsi François Nourissier a Bernard Clavel. È stato poi quest’ultimo che ha ottenuto il premio nella seconda tornata con 5 voti contro 5 ma beneficiando del voto del Presidente che valeva doppio.  Indignato e adducendo una campagna mediatica abominevole, Louis Aragon si è appena dimesso dalla prestigiosa accademia nella quale era entrato un anno fa. Secondo alcune voci è per l’intromissione di Roland Dorgelès che Clavel ha ottenuto il voto decisivo di Jean Giono.

Bernard Clavel, scrittore facondo, si dice « estraneo » alle polemiche, credendosi lui stesso tagliato fuori dalla competizione avendo avuto quest’anno già un riconoscimento  dal Grand Prix de la Ville de Paris per l’insieme della sua opera.

Les fruits de l’hiver apparso quest’anno da Robert Laffont ed è il quarto e ultimo tomo del ciclo “La Grande patience” della quale sono già apparsi La Maison des autres (1962), Celui qui voulait voir la mer (1963) e Le Cœur des vivants (1964).

Ripiegato in tre parti, il cartoncino d’invito porta l’ingrandimento di un dettaglio di un quadro di Serge che non sembra essere uno dei migliori, almeno per quel che concerne i colori; o forse è la riproduzione che lascia a desiderare. Riprodotto all’interno, sul verso, il testo di Clavel è invece particolarmente indovinato. E, come si può leggere nel seguito del testo stesso, lo dobbiamo al rimpianto Jules Mougin, il postino-poeta amico comune del pittore e dello scrittore. E allora, qui, diciamo grazie anche a te Jules d’esser stato loro tramite !

 

TESTO DI BERNARD CLAVEL

Bernard Clavel

I Rue Charles Péguy                                                                        Chelles le 30/I/1969               

Chelles - 77

 

Egregio Signore,

                    Quando mi capita di scoprire una tela forte, che mi coinvolge profondamente, non amo avere al mio fianco un qualche chiacchierone che si metta a parlare dell’opera o del pittore. Non si condivide l’emozione in pittura. Ci si spartisce solo il silenzio che essa reclama. E tuttavia il primo quadro che di voi ho visto è stato da Mougin. Lo conoscete, parlo di Jules, del postino-poeta. E Jules si è messo a raccontare e io non gli ho certo chiesto di starsene zitto. Ciò che è avvenuto quel giorno è un fenomeno assai strano. Come un miscuglio tra le parole di Jules e il vostro silenzio. Perché voi siete per il silenzio quello che lui è per la parola. Il vostro silenzio esprime la terra, il cielo, l’albero, la casa, l’uomo.   Quando ho scoperto gli altri vostri dipinti è subito all’uomo che ho pensato. Non a un uomo qualsiasi. Ma quello di “Que ma Joie Demeure”. Quello che giunge nel momento in cui Jourdan lavora in piena notte  perché è stato svegliato da “una luce di grande bellezza”. L’uomo che attraverserà l’altopiano per andarsene nel momento in cui la folgore gli pianterà “un albero d’oro tra le spalle”. E non sono stato sorpreso leggendo le meravigliose pagine che la vostra opera ha ispirate a Jean Giono. Come non mi ha colto di sorpresa l’avervi saputo contadino.

Voi conoscete il senso profondo delle cose e degli esseri della terra senza aver nulla appreso. Voi fate parte di quei pittori che non devono nulla alla pittura degli altri, non devono niente alla moda, alcunché a coloro che fabbricano “intellettuali”, ma che devono tutto alle loro radici. La terra, la conoscete per averle dedicato molta della vostra fatica. Ma il sudore del vostro lavoro questa terra ve lo ritorna, ogni volta che ridiventate pittore, sotto forma di una linfa ricca e pura. La purezza, può darsi sia ciò che colpisce di più nella vostra pittura. A partire da questo universo nel quale vivete e dove è impossibile che non mettiate mai il piede nel fango, voi create un mondo assai prossimo ma privo di qualsiasi sozzura. Si dà in voi quella parte di sogno che altro non è se non un’immensa speranza.

Basterebbe così poco al mondo degli uomini per potersi purificare!

Nella vostra opera aleggia una grande pace. Come un esempio da seguire. Ma questa pace è legata alla vostra speranza che permane malgrado i tormenti, senza dubbio a causa di una grande forza dovuta al vostro continuo contatto con ciò che vi è d’immutabile sulla vostra terra. Molto più di un contatto, una penetrazione; un’intimità profonda.

I vostri tormenti che sono i nostri, sono espressi molto bene da alcune linee, ma dal confronto di quelle linee col vostro cielo (intendo in quel chiarore del vostro cuore dove volete che la vostra gioia dimori) c’è sempre un esito verso la luce.

Se voi aveste intrapreso la pittura con la volontà di dare agli uomini una lezione di morale, è quasi certo che avreste perso la partita. Ma la lezione s‘impone. Si riversa da voi come acqua cristallina. Davanti alle vostre tele, una volta vissuto questo stupore del primo sguardo che vi toglie il fiato, si ha voglia di dire : “Che idiozia la guerra!”. Quanta assurdità quando c’è questo possibile universo.

Ho troppa paura di uccidere le mie emozioni per tentare un’analisi delle vostre tele. E in più non sono un critico. Ma a cosa servirà mai l’analisi quando è sufficiente piazzarsi in silenzio davanti al nostro universo per sentire che se esso s’impone a noi con tanta forza è semplicemente perché voi avete saputo dipingervi attraverso ognuna delle vostre opere.

In fondo il segreto risiede tutto lì, siete interamente nell’opera vostra.

Mougin mi aveva parlato a lungo di voi, ma io avevo ascoltato solo la musica della sua parlata piuttosto che intenderne il senso.

I vostri silenzi di contadino innamorato di questa aria immobile, della quale è l’unico a riconoscere la vibrazione, sono molto più eloquenti di tutto ciò che gli uomini potranno dire a proposito della vostra opera.

Si è sempre soli davanti un dipinto fino al momento in cui si ha l’occasione di incontrarvi il pittore. Con voi, questo incontro è avvenuto sin dall’inizio ed è, io credo, il segno più evidente del vostro temperamento.

Con la mia stima e i miei più sinceri ossequi.

Bernard Clavel

 bernard-clavel-prix-goncourt-pour-les-fruits-de-l-hiverclavel_b-

Bernard Clavel au temps du Prix Goncourt

 

 

 

 

 

 

Dominique CISTA 
en concert 
Gréoux-les-Bains, Centre de Congrès l'Etoile
Samedi 25 avril 2015, 17h30
Dominique CISTA est accompagné de son contrebassiste, Yannick PRUDENT.
 
D. Cista ouvre son album "Portes éphémères" par le "Credo de Lucien Jacques" :
"Je crois en l'homme, cette ordure.  Je crois en l'homme, ce fumier..."
"Je crois en lui pour la sûreté de sa main, pour son goût de la liberté..."
 
 "C’est du bel ouvrage qui s’apprécie sur la distance, 
chaque nouvelle écoute décodant plus encore les maux pour constat, 
le verbe, le regard, l’amour et la main tendue pour possible remède."
Michel Kemper - Nos Enchanteurs
ET aussi :

René Testanière-

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Commentaires
S
Serge Fiorio, Bernard Clavel et Jules Mougin, on les retrouve<br /> <br /> dans la lettre que ce dernier m'avait adressée en réponse à <br /> <br /> mon courrier.(Dans le blog lecholatain.fr au 22.01.2011.)<br /> <br /> <br /> <br /> L'amie des fruits, Lucienne Desnoues; l'ennemi des guerres, Bernard Clavel; <br /> <br /> l'amoureux des couleurs, Serge Fiorio; le défenseur des arbres, Pierre Lieutaghi.<br /> <br /> Bien amicalement. <br /> <br /> Edmond Burnet-Fauchez<br /> <br /> lecholatain.fr<br /> <br /> eburnetfauchez@gmail.com
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I
Très beau commentaire de François. Bernard Clavel était “une belle personne” comme disent les psy. Sa lettre est magnifique. C’est le cœur qui parle et forcément l’intelligence suit.<br /> <br /> En 87, j’ai organisé une exposition Giono dans ma région (Narbonne) et pour le catalogue j’avais fait appel à quelques écrivains (dont Nourissier, d’ailleurs). Clavel m’avait tout de suite envoyé une page manuscrite comme je le souhaitais, puis remercié ensuite d’une jolie carte (une gouache de lui, car il peignait aussi) pour l’envoi du catalogue. Il faisait partie d’une espèce d’humains qui tend à se raréfier.<br /> <br /> <br /> <br /> Jacques Ibanès
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S
Cher François, <br /> <br /> Oui, comme tu l'exprimes bien, cette lettre est d'une grande et forte lucidité qui irradie sur le lecteur !<br /> <br /> Bernard Clavel a dû connaître Jules Mougin via les milieux pacifistes; c'est ce qui me semble le plus logique, mais je n'en ai pas de certitude.<br /> <br /> Serge a dû remercier Bernard Clavel, mais je n'ai aucune trace de contact direct entre eux. Comme je l'écrivais tout à l'heure à un autre correspondant, certaines rencontres semblent ne devoir avoir lieu que par œuvres interposées, et pas autrement. <br /> <br /> bonne journée à toi, et au plaisir de te lire encore !<br /> <br /> <br /> <br /> Dédé.
Répondre
S
Bonjour André,<br /> <br /> <br /> <br /> Merci de publier dans son intégralité la lettre de Bernard Clavel, sans doute la plus belle lettre que Serge ait jamais reçue, lettre que je relie toujours avec la même émotion comme si c'était la première fois que je la lisais. Elle est écrite un peu comme Serge peint. Avec une perspective vue de haut vers le bas, en grands faisceaux de lumière qui éclairent la toile, ici qui éclairent les lignes de vie de l'homme et de l'artiste unis dans le même combat. Tout est dit, sans nuances, à grands traits surlignés.<br /> <br /> <br /> <br /> J'ai toujours en mémoire:" il y a toujours une issue vers la lumière", "un monde dépouillé de toute souillure" émerveillement du premier regard qui vous coupe le souffle".<br /> <br /> <br /> <br /> Je crois qu'ils ne se sont jamais rencontrés. C'est bien dommage, deux frères de cœur et de génie!<br /> <br /> <br /> <br /> Serge a t-il répondu à sa lettre ou simplement échangé quelques mots au téléphone? Ce qui à mon avis aurait créé un lien durable et prometteur. Et par quel hasard, Bernard Clavel qui habitait la Seine et Marne connaissait-il Jules Mougin, plutôt sédentaire et peu connu hors de ses frontières sans lequel la "rencontre" avec Serge n'aurait jamais eu lieu?<br /> <br /> <br /> <br /> En plus du blog, je te donne du travail supplémentaire !<br /> <br /> <br /> <br /> François Mangin-Sintès
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