Les deux chemins par Jean-Luc Pouliquen
Ce texte du poète Jean-Luc Pouliquen est paru en novembre 2016 dans le numéro 22 de la revue Spered Gouez / L'esprit sauvage : speredgouez.monsite-orange.fr
Ayant trouvé cette page tout à fait à mon goût et dans l'esprit du blog Serge - car il va sans dire que ce qui est exprimé là à propos des poètes en écriture vaut également pour les peintres - j'ai demandé à pouvoir la donner à lire ici avec l'aimable autorisation de l'auteur.
Depuis le 24 décembre 2010, Jean-Luc Pouliquen anime aussi un blog de belle qualité autour de la poésie principalement : L'oiseau de feu du Garlaban qu'il présente ainsi : « Des hauteurs de la Provence s'envolent pensées et créations d'aujourd'hui ».
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Quelques liens :
Le poète : entre célébration et désobéissance*, par Jean-Luc Pouliquen.
Lucienne Desnoues fabuliste. Un article de Jean-Luc Pouliquen
Jean-Luc-Pouliquen dit de ses poèmes.
De quelques moments de poésie et d'amitié partagés avec Serge Bec par Jean-Luc Pouliquen.
Texte de Serge Bec.
Les deux chemins par J-L Pouliquen.
Dada et le médiateur culturel, par Jean-Luc Pouliquen.
La pensée du jour de Jean-Luc Pouliquen.
Tribune libre : L'art à l'école par Jean-Luc Pouliquen.
Fantaisies autour du trèfle.
Dans le miroir des livres de J-L Pouliquen.
Faire vivre la poésie de J-L Pouliquen.
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TRADUZIONE a cura di Agostino Forte :
J-L Pouliquen
I due cammini
Ci sono diversi cammini che portano alla poesia. Ai poeti non è dato di seguire tutti lo stesso percorso. La poesia si distingue per la diversità della parola e della modalità con cui ci giunge. Tuttavia c’è qualcosa che mi rattrista e talvolta mi irrita, qualcosa che avverto da qualche anno e che traccia uno spartiacque nel piccolo mondo di coloro che scrivono.
Ci sono prima di tutto quelli che procedono al modo dei poeti che li hanno preceduti. Appartengono a una comunità che ha un modo di operare che si potrebbe definire organico. I più anziani hanno individuato in loro un talento, un’attitudine a ritornare in famiglia; i loro pari, delle affinità che li hanno condotti alla formazione di gruppi, alla creazione di riviste per esprimere il loro apporto specifico alla grande avventura del linguaggio. Tutto questo vissuto parallelamente a una attività professionale che porta a loro sussidi e indipendenza relativamente alle loro scelte creative.
E poi ci sono quelli che operano in relazione con un sistema il quale in questi ultimi trent’anni non ha smesso di svilupparsi ma che oggi inizia a scricchiolare sotto la pressione delle restrizioni di bilancio. Questo sistema riposa essenzialmente sulla contribuzione pubblica che arriva dai diversi settori dell’organizzazione politico-amministrativa francese (comuni, unioni di comuni, dipartimenti, regioni, Stato). Si materializza sotto forma di istituzione specializzata nella difesa della poesia, nell’assegnazione di borse di studio, sovvenzioni, residenze, festival, marchi e altre iniziative determinate dal suo continuo evolversi.
Capiamoci bene, questo sistema può rendere un servizio alla poesia come ai poeti di quella prima categoria che vi fanno ricorso. Quello che irrita, è che si ha l’impressione di aver generato una nomenclatura che se ne è appropriata per trarne profitto e delimitarne l’accesso. Ne viene allora un sentimento di ingiustizia. Perché quel poeta e non un altro? Tanto più che l’istituzione mantiene il suo potere di riconoscimento e legittimazione.
E poi c’è il fatto evidente che il denaro pubblico essendo quello di tutti, non deve sostenere una fazione ma la pluralità della vita poetica del paese, dando a ciascuno la parte che gli spetta. Inversamente diventa il promotore di un’estetica, quella di detta nomenclatura la cui fedeltà che essa ha manifestata verso il sistema è andata a influenzare insino la stessa scrittura.
È qui che ci troviamo al momento presente, nella giustapposizione delle due attitudini, che lascia credere che ci sarebbe un vincitore e un vinto, colui che è stato scartato e quello che è stato scelto. Sarebbe certamente un’illusione crederlo, sarebbe negare l’ambivalenza di ogni singola cosa in questo mondo che vuole che la realtà assuma più aspetti. Il dirlo non è cercare una consolazione a buon mercato. È lo scorrere del tempo sulle opere ad indurci a pensarlo.
Ci sono dei punti fondamentali nella creazione letteraria: la necessità di autenticità, di libertà, di indipendenza, la preoccupazione non di piacere ma di affermare il proprio linguaggio, indipendentemente dalle mode o dalla sintonia con i tempi, ciò che porta sovente ad essere in balìa della propria epoca. Le opere che avranno risposto a questi criteri resisteranno all’oblìo ed è facile immaginare cosa ne sarà delle altre…
Allora, se il cittadino può sentirsi frustrato davanti a ciò che egli percepisce come ingiusto e iniquo nell’utilizzo dei fondi pubblici, il poeta che ha mantenuto la rotta trova gratificazione nell’essere stato fedele alle sue profonde convinzioni. Certo, nulla sa di cosa accadrà ai suoi scritti ma essi gli avranno fatto vivere dei momenti di grande intensità con sé stesso e con coloro che saranno stati al suo fianco in questa bella avventura. In fondo: non è la cosa più importante?
Jean-Luc Pouliquen
Autore di Fortuna del poeta (con Jean Bouhier)
e di Parole dei poeti / Poeti sulla parola (con Philippe Tancelin)
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Questo testo del poeta Jean-Luc Pouliquen è apparso nel novembre 2016 nel numero 22 della rivista Spered Gouez / L'esprit sauvage : speredgouez.monsite-orange.fr
Avendo trovato questa pagina affatto in linea coi miei gusti e con lo spirito del nostro blog – poiché quanto nello scritto viene espresso in merito alla scrittura in poesia vale altrettanto per la pittura e i pittori – ho voluto renderla qui disponibile con la cortese autorizzazione dell’autore.
Dal 24 dicembre 2010 Jean-Luc Pouliquen anima inoltre un blog di buona qualità principalmente dedito alla poesia intitolato L'oiseau de feu du Garlaban che così si presenta: « Dalle alture di Provenza prendono il volo pensieri e creazioni d’oggi ».