Canalblog
Editer l'article Suivre ce blog Administration + Créer mon blog
Publicité
Serge Fiorio - 1911-2011.
Serge Fiorio - 1911-2011.
  • Actualités de l'œuvre et biographie du peintre Serge Fiorio par André Lombard et quelques autres rédactrices ou rédacteurs, amis de l'artiste ou passionnés de l'œuvre. Le tout pimenté de tribunes libres ou de billets d'humeur.
  • Accueil du blog
  • Créer un blog avec CanalBlog
Publicité
Serge Fiorio - 1911-2011.
Newsletter
40 abonnés
Derniers commentaires
Visiteurs
Depuis la création 364 783
12 juin 2015

A propos du tableau Le Portrait de mes grand-parents.

   C'est une bonne décennie après leur décès que Serge a peint le portrait de ses grands-parents jardiniers piémontais. Cela pour faire plaisir à sa mère qui lui avait demandé de les lui ressuciter par l'enchantement de sa peinture. De leur aspect physique, il ne se souvenait qu'à peine, les ayant seulement connus au cours de sa petite enfance, pendant la guerre de 1914, à Turin, où leur fille et ses quatre enfants les avait rejoints, vivant près d'eux, logés dans un presbytère, pendant tout le temps qu'Emile, le père de famille, fut mobilisé dans l'armée italienne.

Portrait de mes gds-parents

Photos archives Fiorio

.Portrait de mes gds-parents

Gd-mère mater Patéri (de Serge)

Photo exhumée des archives de Serge qui n'a pas dit en avoir eu connaissance au moment de peindre le double portrait.

Portrait de mes gds-parentsGd-mère mater Patéri (de Serge)

Cependant...

À en croire les souvenirs de Serge de cette aventure, il ne restait plus d'eux, dans la maison, qu'une photo très abimée qui lui servit quand même ; tandis que sa maman - à travers l'affection filiale - avait gardé de ses parents un souvenir très précis de leur physionomie, en particulier l'image vivante de leur visage respectif. C'est pourquoi elle prit le relai de la photo auprès de son peintre de fils, lui fournissant maintes et judicieuses indications, lui venant en aide de son mieux pour que, pinceau en main, il retrouve ainsi au plus près les traits et l'expression justes, fidèles à chacun de ceux de ses deux ancêtres.

Page 86 de Pour saluer Fiorio j'évoque l'épisode :

Page Gds-parents

 Oui, le tableau fut longtemps accroché chez Serge au niveau des premières marches de la volée d'escalier(s ?) montant en spirale à l'atelier. De là, superbe, il régnait en maître sur la salle-à-manger et constituait aussi, en quelque sorte, un hommage aux pionniers de la famille puisque les Fiorio, ici et là, où qu'ils se trouvent - et Dieu seul sait exactement combien de fois ils ont dû déménager ! -, n'ont jamais cessé, à chaque fois, de jardiner pour s'aider à vivre, en même temps que pour le plaisir.

Un beau jour, Serge fit cadeau de ce tableau à Sylvie, sa nièce, qui l'emporta chez elle, à Paris. Avant de décéder, celle-ci en fit leg, peut-être, à ses petits cousins italiens.

C'est donc en Italie, du côté de Turin, que doit très probablement se trouver aujourd'hui cette œuvre majeure et de haute époque - ayant été peinte en 1935, durant la période de Taninges. 

*

TRADUCTION d'Agostino :

A proposito de Il Ritratto dei miei nonni.

   È almeno dopo una decina d’anni, successivi alla morte dei nonni piemontesi e giardinieri, che Serge ne dipinge il ritratto. Lo esegue per fare piacere a sua madre che gli aveva chiesto di farglieli rivivere attraverso la  magia della sua pittura. Si ricordava appena del loro aspetto fisico, avendo potuto conoscerli solamente quando era molto piccolo, durante la guerra del 1914, a Torino, dove la loro figlia, con i quattro bambini, li aveva raggiunti, stabilendosi in una canonica nelle loro vicinanze per il periodo in cui Emilio, il capofamiglia, fu mobilitato per l’esercito italiano.

Ad ogni modo, ascoltando i ricordi di Serge riguardo alla faccenda, di loro, in casa, era restata, utile alla bisogna, solo una foto molto rovinata; sua madre invece, anche per via dell’affetto filiale, aveva conservato dei propri genitori un ricordo molto preciso della loro fisionomia, in particolare l’immagine vivida dei loro rispettivi volti. Per questo motivo ebbe a prendere le veci della fotografia onde fornire al figlio-pittore tutte le numerose e opportune indicazioni, agevolandolo il più possibile affinché, pennello alla mano, egli ritrovasse meglio i tratti e le espressioni adeguate, fedeli a ognuno dei suoi due avoli. Ne evoco l’episodio alla p.86 di Pour saluer Fiorio:   

Nel 1935, una decina di anni dopo la loro dipartita per il Paradiso dei fiori (lo speriamo vivamente!), Serge si ispira con l’unica piccola fotografia che restava di loro - «pensavo  che farli risuscitare con la pittura avrebbe fatto felice la mamma» - e li ritrae in piedi, nella loro semplicità, l’uno accanto all’altra, davanti a un giardino di così perfetta disposizione col quale l’immagine del loro ricordo è indissolubilmente legata.

«È incredibile fino a che punto la mamma avesse una memoria così precisa dei suoi genitori. Essendo la fotografia non buona e i miei ricordi riguardo ad essi sbiaditi, lei mi guidava, fornendomi preziose indicazioni al riguardo: “behaveva la guancia più arrotondata sai …”  Alla fine li dipinsi stando alle sue indicazioni e alle sue descrizioni.»

Oggi stanno là, eterni giardinieri con la passione sempre viva e mai estinta, trasmessa come unica eredità, paniere al braccio e innaffiatoio alla mano, nel Ritratto dei miei nonni: stemma di famiglia ai piedi del quale, anni più tardi – ma in un batter d’occhio – Henri Cartier-Bresson  verrà a Montjustin a immortalare Serge ai piedi della scala che sale allo studio.

Sì, il quadro restò per molto tempo appeso in casa di Serge, all’altezza dei primi scalini della rampa a chiocciola che saliva allo studio. Da quella superba posizione dominava sulla sala da pranzo e costituiva anche, in qualche modo, un omaggio ai pionieri della famiglia poiché i Fiorio, qui e là, o dovunque essi siano – e Dio solo sa quante volte hanno dovuto trasferirsi! – non hanno mai cessato, ogni volta, di dedicarsi al giardinaggio per sostentamento e nello stesso tempo per diletto. 

Un bel giorno Serge regalò il quadro a Sylvie, sua nipote, che se lo portò a Parigi. Prima di morire questa ne fece dono, probabilmente, ai suoi cugini italiani.

È dunque in Italia, vicino a Torino, che deve probabilmente trovarsi oggi questo importante lavoro dei primi anni – essendo stato dipinto nel 1935, durante il periodo di Taninges.

 

Adiu, bonjour,

Un de mai ! vous me direz, mais il peut apporter un éclairage intéressant lors d'un colloque qui se tiendra à Albi le 31/10/15, dans le cadre du festival Occitania.

Sondatge sul mond engatjats en favor de la lenga e de la cultura dels Païses d'òc/d'Occitània. Soundage sul mound engatjats en favour de la lengo e de la culturo des Païses d'o/d'Óucitanio.

Objectifs : ce sondage a pour but de mieux connaître les motivations et l’engagement en faveur de la langue et la culture occitanes/des Pays d’Oc. L’analyse de ce sondage pourra être mise à disposition de l’ensemble des acteurs travaillant à la promotion de l'occitan (aussi appelé langue d'oc). Les résultats feront l’objet d’un colloque à Albi le 31/10/15, dans le cadre du festival Occitania. Ce travail devrait permettre de mieux répondre aux attentes des publics intéressés et éventuellement d’envisager de nouvelles actions à destination de l’ensemble de la société.

 

TRADUCTION d'Agostino :

 

 

È almeno dopo una decina d’anni, successivi alla morte dei nonni piemontesi e giardinieri, che Serge ne dipinge il ritratto. Lo esegue per fare piacere a sua madre che gli aveva chiesto di farglieli rivivere attraverso la  magia della sua pittura. Si ricordava appena del loro aspetto fisico, avendo potuto conoscerli solamente quando era molto piccolo, durante la guerra del 1914, a Torino, dove la loro figlia, con i quattro bambini, li aveva raggiunti, stabilendosi in una canonica nelle loro vicinanze per il periodo in cui Emilio, il capofamiglia, fu mobilitato per l’esercito italiano.

 

Ad ogni modo, ascoltando i ricordi di Serge riguardo alla faccenda, di loro, in casa, era restata, utile alla bisogna, solo una foto molto rovinata; sua madre invece, anche per via dell’affetto filiale, aveva conservato dei propri genitori un ricordo molto preciso della loro fisionomia, in particolare l’immagine vivida dei loro rispettivi volti. Per questo motivo ebbe a prendere le veci della fotografia onde fornire al figlio-pittore tutte le numerose e opportune indicazioni, agevolandolo il più possibile affinché, pennello alla mano, egli ritrovasse meglio i tratti e le espressioni adeguate, fedeli a ognuno dei suoi due avoli. Ne evoco l’episodio alla p.86 di Pour saluer Fiorio:

 

 

 

Nel 1935, una decina di anni dopo la loro dipartita per il Paradiso dei fiori (lo speriamo vivamente!), Serge si ispira con l’unica piccola fotografia che restava di loro - «pensavo  che farli risuscitare con la pittura avrebbe fatto felice la mamma» - e li ritrae in piedi, nella loro semplicità, l’uno accanto all’altra, davanti a un giardino di così perfetta disposizione col quale l’immagine del loro ricordo è indissolubilmente legata.

 

«È incredibile fino a che punto la mamma avesse una memoria così precisa dei suoi genitori. Essendo la fotografia non buona e i miei ricordi riguardo ad essi sbiaditi, lei mi guidava, fornendomi preziose indicazioni al riguardo: “beh, aveva la guancia più arrotondata sai …”  Alla fine li dipinsi stando alle sue indicazioni e alle sue descrizioni.»

 

Oggi stanno là, eterni giardinieri con la passione sempre viva e mai estinta, trasmessa come unica eredità, paniere al braccio e innaffiatoio alla mano, nel Ritratto dei miei nonni: stemma di famiglia ai piedi del quale, anni più tardi – ma in un batter d’occhio – Henri Cartier-Bresson  verrà a Montjustin a immortalare Serge ai piedi della scala che sale allo studio.

 

Sì, il quadro restò per molto tempo appeso in casa di Serge, all’altezza dei primi scalini della rampa a chiocciola che saliva allo studio. Da quella superba posizione dominava sulla sala da pranzo e costituiva anche, in qualche modo, un omaggio ai pionieri della famiglia poiché i Fiorio, qui e là, o dovunque essi siano – e Dio solo sa quante volte hanno dovuto trasferirsi! – non hanno mai cessato, ogni volta, di dedicarsi al giardinaggio per sostentamento e nello stesso tempo per diletto. 

 

Un bel giorno Serge regalò il quadro a Sylvie, sua nipote, che se lo portò a Parigi. Prima di morire questa ne fece dono, probabilmente, ai suoi cugini italiani.

 

È dunque in Italia, vicino a Torino, che deve probabilmente trovarsi oggi questo importante lavoro dei primi anni – essendo stato dipinto nel 1935, durante il periodo di Taninges.

 


 

Publicité
Publicité
Commentaires
Publicité