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Serge Fiorio - 1911-2011.
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  • Actualités de l'œuvre et biographie du peintre Serge Fiorio par André Lombard et quelques autres rédactrices ou rédacteurs, amis de l'artiste ou passionnés de l'œuvre. Le tout pimenté de tribunes libres ou de billets d'humeur.
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Serge Fiorio - 1911-2011.
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17 juin 2014

L'agriculture pasteurienne.

   Toujours partants pour faire des expériences innovantes ou découvrir de nouvelles techniques, fin septembre 1942, Serge et son frère Aldo se passionnent pour une agriculture de pointe respectueuse des lois de la nature qu'un vieux savant — Maurice Aragou — veut faire expérimenter par des paysans plus curieux et passionnés que la moyennne : ils en sont !

Agriculture PastII

Clic gauche sur les textes pour une meilleure lecture.

Cet esprit, visionnaire à sa façon, songe aux famines à venir si rien n'est fait en amont pour fournir de la nourriture à une population planétaire en pleine — et de plus en plus problématique — expansion.
La survie, non seulement de l'espèce humaine, mais plus généralement animale, dépend donc, selon lui, de la prise de conscience par tout un chacun, paysans en tête, que « le sol est un être vivant » et qu'il convient donc de le traiter en tant que tel et pas de n'importe quelle façon pour qu'il puisse le rester tout en nourrissant son homme bien mieux qu'il ne le fait jusque-là par des techniques qui, d'après lui, lui sont plus funestes qu'autre chose.

Maurice Aragou habitant la commune de Lavaur, dans le Tarn, à une cinquantaine de kilomètres de Campsas où se trouve Le Vallon, la ferme des Fiorio, ils auront de nombreux et fructueux contacts, dynamiques et encourageants.

Agriculture pasteurienneLa note manuscrite (probablement de la plume hâtive d'Aragou) est très instructive sur de possibles motivations de la guerre de 39-45 : « A partir de 1935, toutes les statistiques agricoles du Reich furent supprimées. Ce fut à la suite d'une visite à Hitler du docteur Haniel, directeur de la statistique agricole qui lui apporta le tableau suivant :

Terres incultes : en 1933 1416.900 hectares ; en 1935, 1.455.500 hectares. augmentation considérable des terres marécageuses.

Culture pommes de terre en 1933, 245.000 hectares ; en 1935, 117.000 hectares.

Terres brûlées par l'abus des engrais azotés pour la surproduction.

Ce fut en 1935, à la suite de cette constatation, que la guerre fut décidée.

La déclaration prématurée de la guerre à la Russie qui étonna tout le monde, eut la même cause : les fameuses terres noires étaient devenues indispensables. »

Dans Pour saluer Fiorio, je rendais déjà compte de cet engouement engagé des frères Fiorio pour une autre agriculture, pleine de sagesse. La sonnette d'alarme tirée par Maurice Aragou il y a maintenant des décennies reste encore, malheureusement, d'une brûlante actualité.

EXtrait Pour saluer

 *

 Traduction de notre ami Agostino Forte.

 L'agricoltura pasteuriana

Partendo sempre dal presupposto di intraprendere esperienze innovative o allo scopo di scoprire nuove tecniche, alla fine di settembre del 1942 Serge e suo fratello Aldo si appassionano all’idea di un’agricoltura di punta rispettosa delle leggi di natura che un vecchio studioso come Maurice Aragou vuole indurre a far sperimentare a quei contadini sensibili (e ce ne sono) alla passione e alla curiosità.

Questa spirito, a suo modo visionario, pensa alle future necessità per fornire, se nulla verrà fatto per tempo, nutrimento a una popolazione planetaria in piena e sempre più problematica espansione.

Non solo la sopravvivenza della specie umana, ma più generalmente quella animale, dipende quindi, secondo Aragou, dalla presa di coscienza di ognuno (agricoltori in primis) che « la terra è un essere vivente » e pertanto conviene trattarla in quanto tale e non senza cognizione di causa affinché essa continui a nutrire l’uomo meglio di come si sia fatto fino a qui attraverso tecniche le quali, sempre secondo Aragou, gli sono state più funeste di qualsiasi altra cosa.

Maurice Aragou abitava nel comune di Lavaur, nel Tarn, a una cinquantina di chilometri da Campsas dove si trovava la fattoria dei Fiorio, Le Vallon, e ciò darà modo ad essi di poter avere numerosi e fruttuosi contatti, vivaci e incoraggianti.

La nota manoscritta (probabilmente dalla frettolosa penna di Aragou) è molto istruttiva sulle possibili motivazioni della guerra del 1939-1945:

« A partire dal 1935, tutte le statistiche agricole del Reich furono soppresse a causa di un incontro che il dottor Haniel, direttore di statistica agricola, ebbe con Hitler al quale presentò la seguente tabella:

Terre incolte: 1.416.900 ettari nel 1933; 1.455.500 ettari nel 1935. Considerevole aumento di terreni paludosi.

Coltura della patata: 245.000 ettari nel 1933; 117.000 ettari nel 1935.

Terre bruciate per eccesso di concimi azotati rivolti alla sovraproduzione.

È a causa di questa constatazione che nel 1935 fu decisa la guerra.

La prematura dichiarazione di guerra alla Russia che stupì il mondo intero, ebbe la stessa causa: le sue famose terre fertili erano diventate indispensabili. »

In Pour saluer Fiorio, avevo già dato conto di questa infatuazione volontaria dei fratelli Fiorio per un’agricoltura diversa, ricca di saggezza. Il campanello d’allarme suonato da Maurice Aragou decenni fa resta sfortunatamente a tutt’oggi di scottante attualità.

 

Traduzione articolo Maurice Aragou:

L’agricoltura pasteuriana

La Riforma Agraria che preconizzo aumenterebbe di grandi proporzioni tutta la produzione agricola facendone diminuire il prezzo. La raccolta di grano potrebbe essere più che duplicata e se non si teme una sovrapproduzione non si dovrebbe far altro che raddoppiare, triplicare le aree a coltivo di cereali secondari permettendo l’allevamento intensivo di maiali, pollame, ecc. e consentirebbe a tutti la gallina nella pentola così a lungo promessa. Aumento e miglioramento che riguarderebbero anche frutta e verdura.

In questo momento tutti i capi di Stato sono d’accordo nell’affermare che il solo modo di impedire le guerre future sta nell’assicurare a tutti i popoli un aumento di benessere.

Ma non è certo dalla vecchia e sorpassata scienza chimico-agronomica che ci verrà questo Eldorado. Ad oggi non ci ha condotto che all’abbandono della campagna, a tutta una sequela di crisi che hanno fatto del mestiere dell’agricoltore un mestiere da paria.

Quando l’inflazione dei prezzi causata dalla guerra cesserà, la situazione dei contadini diventerà miserabile. Attualmente il governo francese è obbligato a spendere dieci miliardi per salvare la coltura del grano e mantenere il pane ad un prezzo accessibile. Ma il domani cosa ci riserverà …?

Perché non si è mai potuto risolvere questo problema così vitale?

Perché ci si ostina a cercare la soluzione su un piano che non è il suo.

La vera ragione è che tutto ciò che viene insegnato nelle Scuole di Agraria è basato su un errore colossale, l’errore dell’inerzia della terra, l’errore dell’antivitalismo.

Dal 1840 viviamo dell’insegnamento dei chimici che furono scusabili fintantoché Pasteur non ci aveva introdotti alla microbiologia. Ma cosa pensare dei nostri moderni agronomi che restano insabbiati in quello stesso errore per quanto abbiano inteso la voce di Pasteur che ci diceva:

il suolo è qualcosa di vivente

allorché l’Istituto Pasteur di Parigi ha fatto loro sentire l’affermazione che avrebbe dovuto far riflettere tutti gli agricoltori: “noi abbiamo potuto contare fino a dieci miliardi di esseri viventi in un solo grammo di terra”.

E l’avvenire dell’agricoltura ci appariva ancor più grandioso nel momento che i discepoli di Pasteur facevano grandi scoperte aprendoci un dinamismo prodigioso in questi infinitamente piccoli. Essi possono prendere dall’aria tutto l’azoto di cui abbiamo bisogno; attraverso la loro diastàsi attaccano tutti i componenti del suolo facendone un nutrimento ideale per le piante ecc. (si vedano a tal proposito i rendiconti dell’Accademia delle Scienze).

Finalmente, dai lavori di tutti questi scienziati si è potuta estrarre questa grande legge biologica così greve di conseguenze per il benessere dell’umanità: nel suolo ci sono tre stadi di microbi che possono fare la nostra ricchezza in proporzioni insospettabili: gli aerobici e le alghe clorofite che, come indica il loro nome, devono restare all’aria e alla luce; gli anaerobici i quali, al contrario, devono restare al riparo dell’aria e per finire le micorrize che devono restare nella zona delle radici in quanto vivono in simbiosi con esse.

Così come dobbiamo favorire questi utili batteri per una coltura intelligente allo stesso tempo dobbiamo difenderli dai loro nemici accaniti, i protozoi.

È il rispetto integrale di queste grandi leggi della natura a costituire il fondamento stesso della nuova cultura che chiamo: L’AGRICOLTURA PASTEURIANA.

E il vecchio aratro antico di qualche migliaio d’anni continua a uccidere serenamente questa ammirevole vita del suolo che non chiede altro se non di arricchirci.

Col rivoltamento del terreno esso proietta a 20 cm. di profondità ciò che deve restare all’aria e alla luce portando in superficie ciò che ne ha orrore. Non esiste da nessun’altra parte un uguale saccheggio di ricchezza.

Nonostante gli attrezzi particolari che non disponiamo, in tutte le prove da noi eseguite, abbiamo più che raddoppiato la produzione.

Questi risultati sono stati ufficialmente constatati da Cabanne (professore di agronomia del Gard), Dupuy (professore a Narbonne), Semichon (dirigente di enologia).

Cerco un editore per una brochure di 60 pagine.

MAURICE ARAGOU

Lavaur – Tarn

 

*

 

TRADUZIONE da POUR SALUER FIORIO pp.178-179.

(…) L’avventura continua. Non contenti di coltivare la terra, di portare a buon fine una copiosa messe di animali da cortile (polli, anatre, faraone), allevando due maiali, partecipando a modo loro alla Resistenza e, per Serge, dipingere, i fratelli Fiorio, alla fine di settembre del 1942, sono «consumati dal fuoco dell’impazienza» per via della lettura di un opuscolo che vogliono quanto prima mettere in pratica e intitolato IL VERO AGRICOLTORE DI DOMANI. Nella primavera del 1943 diventano i pionieri dell’agricoltura pasteuriana, ispirata da Pasteur ovviamente e da Berthelot nonché raccomandata da uno studioso di settantaquattro anni: Louis Aragou.

Quest’ultimo ha elaborato una solida teoria che invita a nuovi metodi d’approccio alle problematiche agricole ma senza aver trovato, se non nei Fiorio, adepti stimolati e appassionati per valutarne realmente gli effetti.

Vicina al metodo di Rudolf Steiner, ma scevra di esoterismo, questa idea di agricoltura mira al massimo rispetto della natura e della vita batterica del suolo onde trarne le migliori opportunità. Nessun concime, niente erbicidi, dissodamento senza rivoltare la terra.

I primi risultati sono incoraggianti e rallegrano i due fratelli sempre felici di fare esperienze in sintonia con le loro convinzioni.

Fanno felici i genitori Fiorio, soprattutto Marianne che proprio in quei giorni dove le derrate sono scarse e solitamente razionate si trova nella necessità di sfamare grandi tavolate.

In più, danno a Louis Aragou, che va invecchiando, l’insperata soddisfazione di toccare per una volta con mano l’esattezza delle sue idee sulla vita del suolo e del sano profitto che se ne può trarre seguendo i di lui principii.

Serge e Aldo faranno opera di divulgazione presso altri contadini, senza peraltro ottenerne risultato, affinché facciano almeno dei tentativi.

La tendenza è ormai quella di rivolgersi ai prodotti chimici vantati dalla pubblicità e dagli articoli dei giornali di settore, all’aratura in profondità dacché costosi trattori meccanici funzionanti a gasolio sono proposti sul mercato facendo velocemente scomparire il nobile e immemorabile sodalizio dell’uomo e del cavallo nel paesaggio campagnolo.

Macchinari per i quali molti contadini si indebitano divenendo, attraverso l’orgogliosa applicazione di una placca sul loro rimorchio, Coltivatore(*). Tanto varrebbe dire operai sfruttati dalle Banche (agricole o meno) che prestano loro denaro diventato, in quest’ottica, imprescindibile.

Aragou, e con lui i Fiorio, sono assolutamente controcorrente. Che importa! È con la passione che coltiveranno le loro terre secondo questo metodo che, bisogna dirlo, gli otterrà la grande ricompensa di poter, in tali tempi di carestia, mangiare e far mangiare a sufficienza tutti i loro numerosi protetti della Resistenza, migliorare le condizioni della famiglia Geniet di Arles nei cui confronti fanno frequenti e abbondanti invii di verdure. (…)

 

(*): Non pretendendo la novità assoluta di questa nota, anzi, si è voluto nondimeno apporre una piccola riflessione. Nel testo vi è un rimando tra Coltivatore = Exploitant e “ouvriers exploités du Credit” che ho un po’ polemicamente reso con “operai sfruttati dalle Banche”. Con più cortesia avrei dovuto edulcorare con “operai coltivati dalle Banche”: le banche coltivano i clienti per saldarli ad esse. La  s- privativa di “sfruttare” ci riconduce a “togliere il frutto”.

Riprendo per memoria, prima di tutto a me stesso, dalla Treccani Enciclopedia Italiana:

Economìa s. f. [dal lat. oeconomĭa, gr. οἰκονομία, comp. di οἶκος «dimora» e -νομία «-nomia» (propr. «amministrazione della casa»).

E allora una buona amministrazione del bene è una conduzione oculata che coltivi e accolga con rispetto i frutti della terra e del lavoro per essere redistribuito. A tutto vantaggio del vivere comune e delle relazioni. Perché, a mio parere, il denaro è un mezzo e non un fine.

La Nota viene fermata qui pur essendo ben cosciente delle obiezioni che, in qualche modo implicite, si potrebbero muovere a queste righe.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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