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Serge Fiorio - 1911-2011.
Serge Fiorio - 1911-2011.
  • Actualités de l'œuvre et biographie du peintre Serge Fiorio par André Lombard et quelques autres rédactrices ou rédacteurs, amis de l'artiste ou passionnés de l'œuvre. Le tout pimenté de tribunes libres ou de billets d'humeur.
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Serge Fiorio - 1911-2011.
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26 mai 2014

Texte de Serge Bec.

   Serge Bec a été la première personne à acheter un Fiorio peint à Montjustin. Le peintre se souvenait très bien de cet événement marquant à travers lequel, en filigrane, il pouvait voir, en même temps, un signe favorable et encourageant, de bonne augure, pour ne pas dire une sorte d'accord paraphé, un sésame, pour l'avenir de sa carrière en ce pays parce que, poète de pure race haute-provençale, Serge Bec en était déjà — plus que le simple ambassadeur — l'un des chantres majeurs.

Il y eut rencontre ; à travers le recul du temps, l'on voit bien que le Luberon, à même hauteur, leur est commun, et bien plus que cela !

Un article de journal paru lors la publication, en 2006, de Psaume dans le vent aux éditions La Cardère dit bien mieux que je ne saurais le faire, la qualité de son œuvre poétique écrite en langue provençale selon les deux graphies — mistralienne et occitane — pour ne fâcher personne, et traduite aussi, en regard, en français.

Serge BEC 

En 1969, il publia un très attachant Mini-guide des peintres du soleil dans lequel figure un choix très sûr de talents, dont Serge, bien entendu — et Vasarély mis à part. En 1972, quand le peintre de Montjustin expose — 29 toiles dont les dates de création s'étalent de 1934 à 1971 — à la Chapelle du Grand Couvent à Cavaillon c'est, à sa façon poétique, Serge Bec qui présente l'artiste. Voici son texte :

   Il y a ceux qui savent depuis toujours, d'instinct ou d'atavisme ; et ceux qui savent parce qu'ils ont appris. Ceux-ci sont des « intellectuels ». Les premiers sont des artisans, maîtres d'œuvre. Ainsi Serge Fiorio. Il sait l'essentiel des choses de ce monde. Et, de ce fait, à travers l'immobile silence de sa peinture, il déclenche en nous la dynamique du mystère du monde.

Fiorio naïf ? Ses personnages le sont parfois, simplement, parce qu'ils sont des hommes simples ; ses sujets, anecdotiques parfois, le sont aussi, malicieusement.

Fiorio primitif siennois de la fin du Trecento ? La mise en page et l'équilibre harmonieux peuvent faire songer aux frères Lorenzetti, Ambrogio surtout.

Fiorio surréaliste ? L'atmosphère spatiale, la projection dans un certain au-delà d'un élément excessivement éclairé dans sa précise réalité, « comme dans un rêve », peuvent le laisser penser. Oui...mais en quelques mots, voici surtout « des fruits, des fleurs, des feuilles et des branches », et puis voici Fiorio-Pur, Fiorio-Paix, Fiorio-Solitude, Fiorio-Lumière-Espace et Joie, Fiorio-Enfant de la Terre perdue et retrouvée, dominant sa vie. Voici Fiorio et son destin ouvert au merveilleux du cœur et de l'esprit, voici Fiorio-Essentiel.

Devant les toiles exposées à la Chapelle du Grand Couvent l'étrange émotion, puis la bouleversante révélation, nous imposent le silence du grand commencement des choses.

Je parle trop du peintre et pas assez de sa peinture ? Oui, parce qu'il est sa peinture. Parce que dans sa réinvention de l'évidence quotidienne du monde, Serge Fiorio est à la fois l'arbre, la montagne, la racine, la neige, la maison, le nuage. Parce que Serge Fiorio est lui-même le grand secret évident du ciel et de la terre.

Peintres du soleil

Vers d'autres articles :

De Waldemar Georges à C-H Rocquet

Serge Bec parti et toujours présent par André-Pierre Fulconis

Serge Bec, in memoriam

Le billet de Gérard Allibert.

*

 

 Traduction de notre ami Agostino Forte.

 

   Serge Bec è stato il primo a comprare un Fiorio dipinto a Montjustin. Serge si ricordava molto bene di quell’occasione miliare attraverso la quale, tra le righe, poteva intravedere un segno favorevole e incoraggiante, di buon augurio, direi anche una sorta d’accordo siglato, un ‘apriti sesamo’ per l’avvenire della sua carriera in questi luoghi. Perché Serge Bec, poeta di pura razza alto-provenzale, ne era già – più che un semplice ambasciatore – uno dei maggiori cantori.

Ci fu l’incontro.A distanza di tempo ci si accorge come il Luberon fosse qualcosa di più di un semplice elemento in comune.

Un articolo di giornale(*), apparso in occasione della pubblicazione per i tipi de La Cardère di  Psaume dans le vent (2006), dice molto meglio di quanto sarei capace circa la qualità della sua opera poetica scritta in lingua provenzale (secondo le due grafie, la mistraliana e l’occitana - per non scontentare nessuno) e con traduzione a fronte in francese. Nel 1969 pubblica un’avvincente Mini-guide des peintres du soleil (Miniguida ai pittori del sole)nella quale figura un florilegio di talenti tra i quali, beninteso, compare Serge. Nel 1972, quando il pittore di Montjustin espone alla Chapelle du Grand Couvent di Cavaillon (29 tele la cui datazione si situa tra il 1934 e il 1971) è proprio Serge Bec a presentare l’artista col suo tipico taglio poetico. Eccone il testo:

Ci sono coloro che sanno da sempre, per istinto o per eredità; altri perché hanno appreso. Questi ultimi sono degli « intellettuali ». I primi sono degli artigiani, degli artéfici. Così Serge Fiorio. Egli conosce le cose essenziali di questo mondo e, per questo, attraverso l’immobile silenzio della sua pittura, fa scattare in noi la dinamica del mistero del mondo.

Fiorio naïf ? I suoi personaggi talvolta lo sono, semplicemente perché sono degli uomini semplici; i suoi soggetti, a volte aneddotici, lo sono pure, maliziosamente.

Fiorio primitivo senese della fine del Trecento? L’impaginazione e l’armonioso equilibrio possono far pensare ai fratelli Lorenzetti, Ambrogio soprattutto.

Fiorio surrealista? L’atmosfera spaziale, la proiezione in un certo aldilà di un elemento eccessivamente illuminato nella sua precisa realtà, « come in un sogno », possono lasciarlo pensare. Si … ma per dirla in parole, ecco soprattutto « dei frutti, dei fiori, delle foglie e dei rami », e poi ecco Fiorio Puro, Fiorio-Pace, Fiorio-Solitudine, Fiorio-Luce-Spazio e Gioia, Fiorio-Bambino della Terra perduta e ritrovata, i Fiorio che dominano la sua vita. Ecco Fiorio e il suo destino aperto al meraviglioso del cuore e dell’anima, ecco Fiorio-Essenziale.

Davanti alle tele esposte alla Chapelle du Grand Couvent  la strana emozione e poi la sconvolgente rivelazione ci impongono il silenzio del grande inizio delle cose.

Parlo troppo del pittore e poco della sua pittura? Sì, perché lui è la sua pittura. Perché nella sua reinvenzione dell’evidenza quotidiana del mondo, Serge Fiorio è di volta in volta l’albero, la montagna, la radice, la neve, la nuvola. Perché Serge Fiorio è egli stesso il gran segreto evidente del cielo e della terra.

 

 (*): Diamo qui di seguito la versione italiana dell’articolo di Carina Istre

Conoscevamo già la sua vena lirica, la sua scrittura di terra e di vento, appassionata, carnale. Tutto questo lo ritroviamo amplificato e forse più intenso nell’ultima raccolta di Serge Bec, poema lungo in forma di salmo. Questo lavoro lungamente meditato, limato e condensato è innanzitutto il frutto dell’età. “Tra tutti i venti conosciuti soffia il vento forsennato della mia vecchiaia”. Frase inaugurale annunciatrice di ancor più temibili tempeste di desiderio. Melagrane socchiuse, desideri di donne e di verbo, “vivissimo succo d’una lingua di stelle e olio d’oliva”.

Si entra in questo poema di vento forte, portato dal suo ritmo d’elementi, come il flusso e riflusso delle onde del mare, di sabbie, punteggiate d’immobilità minerali, solari, “dove la vita si racchiude come una pietra”. Si misura la forza di quegli elementi guardando “il frullìo dell’allodola contro il raggio del sole”.

La morte, la tragedia e il nulla che spia sono là come il versante in ombra di questa poesia luminosa, venuti a sottolinearne il rilievo. In Serge Bec la Grecia, terra primordiale,  non è mai lontana. Come sempre, in questo poeta universale radicato nel Mediterraneo, il divenire dell’uomo “di fronte agli specchi del sole” si offre in lettura attraverso la lingua provenzale. Per non innescare inutili dispute, l’autore ha scelto di presentare i testi sia nella grafia mistraliana che occitana ben differenziate dalla loro tipologia. Vi aggiunge la traduzione francese permettendo al lettore di accedere al testo per l’una o l’altra lingua. Per coloro che amano la lingua d’oc senza poterla utilizzare appieno è l’occasione per immergervisi con l’aiuto di questa passerella ideale.

 Carina ISTRE

 

 

 

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