Deux textes de Serge.
Voici deux textes manuscrits de Serge sur un phénomène qui lui était à la fois très cher et très familier, le rêve : rêve nocturne d'abord, et rêve éveillé ensuite, mais sous la forme alors d'un séminal souvenir d'enfance.
A leur lecture, on peut se rendre compte que pour lui rêve et réalité peuvent se chevaucher, se confondre parfois sans frontière bien définie, sont, plutôt, comme les deux chevaux d'un même attelage. Dans un prochain billet nous aurons l'occasion d'aborder plus longuement, reproductions à l'appui, ce thème si particulier de l'œuvre qui, peut-être, y englobe au bout du compte tous les autres !
PS : Suite à un incident technique qui les avait rendues invisibles, les illustrations du billet du 17 mai (hier) ont été rétablies dans le texte qui s'y rapporte.
Traduction d'Agostino :
Ecco due testi manoscritti di Serge che trattano di un fenomeno a lui molto caro quanto familiare : il sogno. Il primo è un sogno notturno mentre il secondo è un sogno a occhi aperti ma, in questo caso, sotto la forma di un fondante ricordo d’infanzia. Leggendoli possiamo renderci conto che per lui sogno e realtà possono sovrapporsi, talvolta confondersi senza una frontiera ben definita, alquanto somiglianti a due cavalli di uno stesso tiro. In un futuro biglietto avremo occasione di abbordare più dettagliatamente, riproduzioni alla mano, questo tema così particolare dell’opera che, può darsi, include alla fin fine tutte gli altri !
1° TESTO :
I miei sogni mi conducono a dei progetti (o il contrario) il cui esito sono i sogni che abitano il mio sonno e sono quelli di una ricerca della bellezza che niente può mai appagare.
Un appetito grande quanto la mia golosità (il che la dice lunga) ma il cui vantaggio è di rendere naturali il fantastico e l’irreale. Si tratta sempre e ancora di paesaggi dei quali non arrivo a saziarmi, dove si srotolano degli eventi inattesi ma che fanno la mia felicità. Come se un regista discreto e stravagante decidesse della loro organizzazione.
2° TESTO
Nella mia cameretta mansardata dove dormivo da piccolo, à Vallorbe, si vedeva attraverso un lucernario l’alto di un’enorme scarpata dove passava il treno Parigi-Milano, destinazione Oriente.
L’evento atteso era vedere passare, fattasi la notte, l’Orient-Express tutto illuminato, sgranando un vagone dopo l’altro, portando con sé, in un gran fracasso, dei viaggiatori che immaginavo di una razza particolare, con delle vite fuori del comune.
Visioni piene di meravigliosa magia mi proiettavano in sogni favolosi che riempivano le mie notti, insegnandomi a viaggiare senza alzarmi dalla sedia.